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Monday 6 February 2012

Il Paese delle Disuguaglianze

di Paolo Falco ed Emanuele Ferragina

Nel paese delle disuguaglianze quando prendi un taxi senti tutta la rabbia di chi si sente capro espiatorio, nel paese delle disuguaglianze i sindacati dimenticano che ci sono lavoratori e pensionati con tutele diverse, nel paese delle disuguaglianze i politici non ti ascoltano e non si rendono conto che non rappresentano più un paese spaccato.

Roma Fiumicino. Emanuele, il tassista che ci carica a bordo, è un romano schietto e gioviale. Dopo un paio di chilometri, ci racconta che per comprare la sua licenza si è sobbarcato un mutuo che sta faticosamente cercando di ripagare. Emanuele è arrabbiato perché sente che le liberalizzazioni e il caro benzina lo defrauderanno degli sforzi di una vita, mentre il notaio che ha firmato l’atto d’acquisto del suo taxi gli ha appena presentato una parcella esosa. Come possiamo chiedere ad Emanuele di avere fiducia nel sistema?

La storia del paese delle disuguaglianze continua a Servizio Pubblico: interlocutrice Susanna Camusso. In Italia dove più di tre milioni di giovani sono precari e non hanno alcuna protezione contro la disoccupazione, il sindacato continua a concentrare la propria battaglia sulla difesa di chi ha beneficiato di un sistema profondamente iniquo.

Dati ISTAT del 2009 mostrano che l’Italia spende 228 miliardi di Euro all’anno in pensioni di vecchiaia. Questo rappresenta oltre il 14% del PIL, il valore più alto fra i paesi OCSE. Tuttavia nel paese delle disuguaglianze, il problema non è solo la spesa totale. Da un lato, ci sono le pensioni d’oro, quelle delle quali la Camusso non vuole discutere, e che noi identifichiamo come superiori a 2500 euro al mese. Queste pensioni rappresentano il 20% della spesa totale, 43 miliardi di euro, pur essendo erogate solamente al 5% dei pensionati, meno di un milione di persone. Dall’altra parte, ci sono gli 11,6 milioni di pensionati, 62% del totale, che percepiscono meno di 1000 Euro al mese e gravano solo per il 32% sulla spesa totale.

D’altro canto, creare misure per favorire la formazione e il reintegro dei disoccupati nel mercato del lavoro costerebbe circa 9 miliardi di euro l’anno (stime di Boeri e Garibaldi [2009]), poco più di un quinto della spesa totale per le pensioni d’oro. E’ questo lo spread che ci preoccupa. Ma nel paese delle disuguaglianze il sindacato preferisce guardare dall’altra parte. Se è un problema di stime, invitiamo la Camusso a venire a confrontarsi con noi alla Fonderia di Oxford in un dibattito aperto e basato sui numeri. Combattere le disuguaglianze significa avere il coraggio di dire a chi riceve pensioni d’oro che e’ il momento di pensare ai lavoratori precari. Un sindacato che non guarda ai giovani, è un sindacato che muore.

La storia del paese delle disuguaglianze continua anche a Bruxelles, dove politici che hanno perso il contatto con la realtà rappresentano il nostro paese nelle istituzioni europee. Siamo chiamati a discutere la legge Controesodo per il rientro dei cervelli in fuga. Promossa dal Partito Democratico, questa legge favorisce il rientro di lavoratori qualificati attraverso agevolazioni fiscali. Mentre il 30% dei nostri giovani non riesce a trovare lavoro, tale legge rischia di esacerbare le disuguaglianze e favorire il privilegio. Coloro i quali hanno avuto la fortuna di fare esperienza all’estero, rappresentano un frammento privilegiato della società italiana. Se a questo aggiungiamo che la legge Controesodo, concede lo sgravio fiscale solo ai laureati, sorge il dubbio che anche in questo caso nuovi provvedimenti legislativi favoriscano la solita nicchia di fortunati. Di fronte a questo legittimo dubbio ci è stato risposto che in nome della crescita le disuguaglianze diventano un male accettabile. Esistono, tuttavia, proposte alternative che permetterebbero di valorizzare i talenti che sono rimasti nel nostro paese favorendo la collaborazione con i colleghi ‘in fuga’. Grazie alle nuove tecnologie, le competenze acquisite all’estero possono favorire la crescita del paese anche senza un Controesodo. A Catanzaro si sta costituendo una scuola di formazione con lezioni svolte on-line anche da ricercatori che non vivono in Italia. Inoltre, una legge come Controesodo non può prescindere da misure per aumentare la trasparenza e limitare nepotismo e clientelismo. Chi beneficerà delle nuove assunzioni? Nel paese delle disuguaglianze contano ancora troppo il tuo cognome e la tua appartenenza politica. Promuovere lo sgravio fiscale senza eliminare le storture all'ingresso vuol dire ancora una volta chiudere gli occhi di fronte al privilegio. Un'altra riforma a costo zero dovrebbe sancire l'obbligo di pubblicizzare online qualunque posto di lavoro disponibile nel nostro paese.

Esacerbare le disuguaglianze significa sprecare le energie e le motivazioni di chi si trova bloccato in una condizione d’immobilità da cui non riesce a uscire. In Italia crescita e uguaglianza vanno di pari passo. Cosa ci guadagna il paese a investire cinque volte di più nelle pensioni d’oro rispetto alle misure che servirebbero per il reintegro dei disoccupati nel tessuto produttivo? Ci piacerebbe che Monti, i sindacati e i partiti politici rispondessero a questa domanda.

Perché disuguaglianza come ci ricorda Emanuele, vuol dire anche rabbia, diffidenza, impossibilità di ricucire un paese spaccato.

Fonte: Elaborazione degli autori sulla base dei dati ISTAT (2009).

2 comments:

  1. Cari Emanuale e Paolo,

    Sono pienamente d'accordo con VOi. Io ho vissuto in AUstralia sino al 2007, per 7 anni ed ho anche studiato li oltre a lavorare. Tornato in Italia ho subito notato questi dati.

    Pensioni d'oro inaccettabili e sopratutto come ha detto Emanuele NON MERITATE.

    Io vorrei aiutare le vostre iniziate perche' sino ad ora siete gli unici ad aver detto apertamente cio' che ovvio. Ovvio per chi sa, ma qui gli Italiani sono stati rintronati da Menzogne atroci. E' difficile farli ragionare, anche se adesso vorrebbero capire, sai con al crisi e' meglio aprire gli occhi.

    Comunque ci sono 2 fattori principali che non avete detto e non tenuto conto sulle pensioni d'ORO E sistema pensionistici.

    1- ci sono pensionati d'oro, che continuano a lavorare. Non e' una percentuale bassa. Di quel 5% alemo la meta' se non piu' continua a lavorare. Questo e' uno spreco ancora piu' grande oltre a togliere lavoro alla popalazione produttiva.

    2- Con Le pensioni D'oro si ha una MASTODONTICA LOSE TO LOSE SITUATION per lo stato e quindi cittadini. LA pensione non d'oro non e' assolutamente collegata ad una performance. Molti delle pensioni d'oro sono ex manager pubblici che hanno creato un buco gigantesco, ma prendono la pensione come se avessero creato profitto e non perdita. QUindi lo Stato perde 2 volte. Altri privati magari hanno mandato in bancarotta, azienda con DIPENDENTI IN CASSA INTEGRAZIONE pagati dalla collettivita' e vanno in pensione come se avessero creato un bene er il paese, quando in realta' sono stati un costo.

    Adesso, controllare e rivalutare le ensioni e' POSSIBILE. SI all'INPS si inizia da chi prende di piu' e giu' a scendere. Si risarmierebbero un sacco di soldi. Si toglierebbero soldi a chi NON LI MERITA ecco L'equita'.

    Vorrei farVi un altre osservazioni, e magari collaborare con VOI. Io credo che si puo' cambiare e la gente qui in Italia VUOLE CAMBIARE.

    Ovvimaente non sara' facile, ma onestamente penso che si danno indicazioni precise, con numeri abbastanza precisi ce la si puo' fare. Io ho delle compeptenze ed idee simili alle vostre quindi potremmo integrarci e fare un network oltre che negli UK dove siete voi anche qui in italia, vostro paese NAtio e che comunque AMATE, infatti vi sbattete affinche' migliori.

    Da parte mia comunque penso che il Cambiamento VERO non si avra' sino a che l'INSEGNAMENTO DELLA DI SISTEMI MERITOCRATICI VENGA INSEGNATO NELLE SCUOLE. Io e voi possiamo giudicare, perche' in UK ed Australia ci hanno insegnato a scuola come si costruisce un sistema meritocratico. Diritti e doveri di LAvoratori e manager. Quando uno a chiaro i diritti, doveri e competenze insegnati dalla scuola, allora li pretende sul POSTO DI LAVORO. Cosi avviene sia in Australia che UK. Qui in Italia non avviene e non avverra' mai se non si gettano queste fondamenta essenzionali per lo sviluppo della nazione. Qui in Italia fanno combattere i ragazzi per il POSTO FISSO e Er la meritocrazia OMETTENDO Che un sistema meritocratico include il licenziamento!!!!! LA tutela che da lo stato ai licenziati e' altra cosa ed altro argomento.

    Spero che anche voi siate d'accordo con me, penso di aver detto cose giuste. Non esistate a contattarmi per un aiuto e/o sviluppo della vostra lodevole Iniziativa.

    Cordiali Saluti
    Andrea Z

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  2. Ciao Andrea,

    grazie per il tuo commento. Ci troviamo di fronte ad una situazione complessa generata da anni di errori pesantissimi nella gestione della cosa pubblica.
    Ti invito a iscriverti alla mailing list e mandare contributi alla mail della redazione della fonderia. Noi abbiamo la 'malsana abitudine' di ascoltare e parlare con tutti.

    Emanuele

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