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Saturday 11 February 2012

Due parole sulla crisi

Considerazioni a margine della partecipazione della fonderia a ‘servizio pubblico’

di Emanuele Ferragina

Ieri a servizio pubblico si è parlato di finanza creativa e globalizzazione. Ospite principale Giulio Tremonti per pubblicizzare il suo nuovo libro. Proverò a riprendere le considerazioni solo abbozzate ieri in trasmissione.
http://www.youtube.com/watch?v=v0X-NfqqDEM

Nel libro di Tremonti diventiamo tutti un popolo, una comunità, che deve difendersi contro lo strapotere della finanza. La realtà è ben più complessa, perché non siamo tutti uguali di fronte alla crisi. Ci sono delle differenze che riguardano gli stati ma anche e soprattutto le persone.

Tre punti in sequenza:

1. La crisi ha colpito specialmente i paesi che hanno visto negli ultimi decenni una prevalenza di politiche di tassazione regressiva (cioè dove si sono abbassate le tasse ai più ricchi). Paesi come la Grecia e la Spagna raccolgono dalle tasse meno del 37% del loro prodotto interno lordo (perché c’è tantissima evasione fiscale, specie fra i più ricchi). D’altro canto, in paesi dove la crisi si è fatta sentire con meno forza, le entrate per lo stato provenienti dalla tassazione sono molto più alte. Il caso più estremo è la Svezia dove tali entrate rappresentano il 54% del Prodotto Interno Lordo. Lì, le tasse le pagano tutti, specie i più ricchi. La redistribuzione operata con la spesa pubblica, permette a queste economie di essere più stabili di fronte alle fluttuazioni del mercato senza gravare eccessivamente sul debito.

2. A proposito di redistribuzione. In Spagna un lavoratore dal reddito medio-basso paga in media il 74% delle tasse versate dal suo omologo svedese, mentre i più ricchi (l'1% più ricco della popolazione) pagano solo il 20% dei loro cugini scandinavi. (fonte: Vicente Navarro, professore a John Hopkins http://www.counterpunch.org/2011/08/19/crisis-and-class-struggle-in-the-eurozone/)

3. Giusto quindi scagliarsi contro i banchieri (per le loro nefandezze), scagliamoci però anche contro i politici che hanno favorito una tassazione regressiva (per es. Bush, Berlusconi, Aznar). Mi sarebbe piaciuto, a questo proposito, chiedere conto a Tremonti in modo stringente del suo operato. Purtroppo per ragioni di tempo non ho potuto farlo.

Concludo dicendo che in assenza di crescita non ci salveranno le misure di austerità ma solo la redistribuzione. Dove per redistribuzione non intendo solo quella di reddito ma anche di opportunità (per esempio per le donne), perché caro Tremonti, la crisi non colpisce tutti allo stesso modo. Abbiamo l’occasione storica di coniugare redistribuzione ed efficienza, speriamo che la politica non se la lasci scappare.

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