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Thursday 9 August 2012

Quando i professori vengono bocciati

di Tommaso Oliviero
European University Institute

Da pochi giorni è terminato il primo round del test preliminare per l’accesso al TFA (tirocinio formativo attivo) a numero chiuso, promosso tramite decreto del ministero dell’istruzione dell’11 Novembre 2011. È ormai chiaro che il governo dei professori è grossolanamente scivolato sul terreno delle selezioni dei futuri insegnanti. Dopo 5 anni dall’avvio dell’ultimo ciclo di SSIS (scuola di specializzazione per l’insegnamento secondario), che rappresenta il precedente sistema di selezione degli aspiranti insegnanti, le nuove prove del TFA si sono dimostrate inadatte e mal concepite.
Il ministero ha già ammesso la presenza di criticità, ma la conseguenza sostanziale è che si è persa un’ottima possibilità per guadagnare credibilità e per dare una iniezione di fiducia verso il tanto auspicato sistema del merito.

Procediamo con ordine. Per diventare titolari di cattedra e quindi insegnante di ruolo per l’istruzione di secondo livello (liceo e scuole medie) occorre avere l’abilitazione. Fino al 2007, l’abilitazione era ottenuta frequentando un corso universitario biennale, a pagamento, denominato SSIS. Una volta ottenuta l’abilitazione, si entrava nelle graduatorie provinciali, e, secondo la posizione in tale graduatoria (il cui punteggio si otteneva considerando esperienza d’insegnamento e i titoli) si procedeva con l’assegnazione della cattedra. Il ministro Gelmini, aveva abolito la SSIS e rielaborato un differente percorso d’inserimento. Nel nuovo sistema gli insegnanti saranno selezionati una volta ottenuta una laurea magistrale, a numero chiuso, specifica per la didattica (quando? Visto che questi corsi di laurea non sono stati ancora attivati). Gli sfortunati aspiranti docenti che hanno conseguito la laurea tra il 2007 e il 2012 hanno avuto la “possibilità” di ottenere l’abilitazione mediante il TFA.

Le prove per la SSIS erano elaborate dai singoli dipartimenti universitari che attivavano il corso di formazione, e consistevano in una prova scritta a quiz con eventuale prova orale; l’accesso al TFA prevede una prova preliminare selettiva a quiz uguale su tutto il territorio nazionale. Il numero di posti disponibili è stato attivato secondo il fabbisogno prospettico d’insegnanti di ogni settore disciplinare nella provincia cui l’università afferisce. I vincitori della prova preliminare sosterranno a settembre una duplice prova scritta-orale elaborata dal dipartimento di afferenza.
Le differenze sostanziali tra la SSIS e il TFA sono tre. La prima è che il TFA prevede un anno di corsi abbinati a esperienze “sul campo” presso le scuole, a seguito delle quali i candidati dovranno sostenere un esame per il conseguimento dell’abilitazione. La SSIS invece, a seguito di due anni di corso, prevedeva l’ottenimento dell’abilitazione. La seconda differenza riguarda la soglia di sbarramento; mentre per le SSIS, una volta stabilito il numero chiuso N di posti per l’accesso, a fronte della graduatoria finale di merito delle prove, erano dichiarati vincitori i primi N candidati, nel caso del TFA è stato inserito il criterio della soglia di punteggio, per cui al di sotto di tale valore i candidati vengono esclusi dalla graduatoria finale, anche se il numero di persone all’interno della soglia è inferiore al numero di posti a disposizione messi a concorso. La terza differenza sta nel fatto che, con il sistema di selezione del TFA, è ridotta la discrezionalità dei singoli atenei ed è garantita una sostanziale omogeneità di valutazione e selezione degli aspiranti professori. Ed eccoci al punctum dolens.

Primo punto. Le prove nazionali. I primi dati dimostrano un’inaspettata e apparentemente inspiegabile disparità nelle percentuali di ammessi rispetto al numero d’iscritti. Mentre in alcune province, il 50% dei candidati ha superato con successo la prova preliminare, in altre province, la percentuale cala al di sotto del 20%. Questo è avvenuto a parità di prova. Non abbiamo i dati sulla qualità dei candidati, ma l’evidenza è molto chiara. Da qualche parte i vigili hanno chiuso un occhio (o entrambi). Sostanzialmente, in alcuni atenei si è copiato.

Secondo punto. Le prove erano piene zeppe di errori. Talvolta la risposta data per giusta non era tale. Talvolta nessuna delle risposte del quiz era giusta. Talvolta la domanda era mal posta per cui era impossibile dare una risposta unica. Le prove sono piene di imprecisioni, più o meno gravi. La casistica è così varia che parlare di errore umano sarebbe ridicolo. D’altro canto, in taluni casi, il ministero ha annullato alcune domande dandole per buone a tutti i candidati. Questo modo di ovviare agli errori è sbagliato nel principio. Davanti al testo di una domanda scritta male, il candidato ha probabilmente impiegato del tempo per elaborare una risposta. Lo stesso accade se le possibili risposte ad una domanda non contemplano la risposta esatta. Ciò ha inevitabilmente abbassato il rendimento finale dei candidati che quindi partono con un forte handicap.

Terzo punto. La qualità delle prove. Le prove si sono dimostrate inadatte. La difficoltà e la discrezionalità delle singole domande era tale che in alcuni casi, la percentuale media degli ammessi è stata inferiore al 10% dei candidati. E questo su una media nazionale (è il caso della prova di filosofia). Erano gli studenti così impreparati? Noi crediamo di no. Anche perché sono stati riscontrati moltissimi casi in cui le domande erano state scopiazzate dalle prove dei precedenti cicli di SSIS. Per di più, come in precedenza spiegato, mentre la SSIS prevedeva un’unica prova scritta, la prova preliminare del TFA è stata solo la prima di una serie di tre prove. Quindi non solo le domande erano state copiate, ma anche in maniera scriteriata.

Il 5 agosto il ministero dell’istruzione ha comunicato delle scuse ufficiali ai candidati, nominando una commissione speciale che si occuperà di rimediare a questi errori. L’esito è atteso per il 20 agosto. A quanto pare dagli ultimi interventi, la soluzione prediletta sembra quella di annullare le domande con errori, dandole per buone a tutti i candidati. Se la soluzione dovesse essere questa, ci sembra a nostro avviso insufficiente e deludente.
Dinanzi ad una selezione caratterizzata da prove con domande scopiazzate, risposte sbagliate, ed evidenza di corruzione in certi atenei, il rimedio dovrebbe essere uno solo: l’annullamento e la ripetizione della prova.

Se i giovani candidati potessero giudicare il governo dei professori in relazione a questo episodio, il giudizio sarebbe indiscutibile: bocciati. Alla bocciatura dovrebbero seguire delle dimissioni da parte del ministro. Esse non solo non avverranno, ma i colpevoli di tale scempio rimarranno sicuramente impuniti.

1 comment:

  1. Siamo al 27 agosto, il ministro si è preoccupato di annunciare l'arrivo di un nuovo concorso a cattedre ma nessuno ha ancora chiarito chi e come pagherà per il pasticcio dei TFA. Nel frattempo la situazione è stata affrontata con un atteggiamento allucinante e Ponzio Pilatesco..si è deciso di "abbonare" a tutti i candidati alcune domande palesemente sbagliate ma anche molte corrette giudicate però "difficili"..arrrivando per alcune classi di abilitazione a regalare 25 domande sul totale di 60 quesiti! Soluzione che non ha alcun senso sulla base del fatto che alcune persone quelle risposte le avevano date correttamente nonostante le domande fossero poste male..queste persone si sono viste scavalcare in graduatoria dai candidati graziati dal provvedimento..insomma con faciloneria si è deciso di fare una parziale sanatoria che qualsiasi giudice di buon senso giudicherebbe illegittima.

    Io sono una di quelle sventurate nate tra il 1984 e il 1988..per queste generazioni (calcolando tutti i tempi minimi di diploma e laurea) non c'è stata la possibilità di accedere all'insegnamento in alcun modo! nessun concorso!nessuna possibilità di abilitarsi! ed ora che finalmente erano stati banditi questi TFA..siamo stati trattati in questo modo! che delusione! che svilimento!!
    sono uscita da quell'aula con la morte nel cuore al pensiero che NESSUNA delle eccellenti menti che avevano preparato le domande avesse la benchè minima idea di cosa significasse un quesito di matematica (la mia classe di abilitazione)!
    non sto parlando di nozionismo e domande difficile! sto parlando di incuria nella preparazione dei quiz! domande imprecise! e purtroppo per loro la matematica non dà scappatoie! se la domande è posta male è OGGETTIVAMENTE posta male!

    Ma tutto questo sembra non interessare a nessuno!non ho sentito un tg parlarne! a nessuno frega niente delle persone che poi un giorno andranno in classe a cercare di trasmettere qualcosa alle nuove generazioni! salvo poi lamentarsi dei prof che i figli incontrano sulla loro strada...bah..

    sono amareggiata..e dulcis in fundo al concorsone che il ministro ha annunciato..noi famosi nati tra il 1984 e il 1988 neanche potremo partecipare!!siamo fuori!! vi parteciperanno le persone che già hanno sostenuto i concorsi precedenti ma che ancora non sono di ruolo!un'assurdità! un concorso per persone che non hanno vinto in passato il concorso!!
    ma noi una possibilità quando la avremo..??

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